Nel corso della sua vita, il tuo cane potrebbe sviluppare un’allergia a uno o più alimenti, anche se lo hai nutrito sempre con cibo di qualità e anche se fino al giorno prima quel particolare cibo non gli causava nessun problema. Le allergie alimentari sono relativamente frequenti nei cani ed è importante riconoscerle il prima possibile per poterle trattare al meglio.

Origine delle allergie alimentari nel cane

Le allergie alimentari nel cane, così come nell’uomo, hanno una base genetica, cioè il tuo cane è predisposto a sviluppare una o più allergie. Se effettivamente le svilupperà dipende:

  • dal grado di esposizione all’allergene; nel caso delle allergie alimentari, da quanto spesso il tuo cane mangia quel certo cibo a cui poi diventerà allergico
  • dal verificarsi o meno di uno o più fattori predisponenti: per esempio, i parassiti intestinali alterano la normale composizione della flora microbica, così come la somministrazione frequente di antibiotici; entrambe le cose, quando si verificano nel cucciolo, sono state messe in relazione con lo sviluppo di una o più allergie alimentari in età adulta. Questo perché l’intestino, oltre a essere la sede della digestione, è l’organo principale del sistema immunitario

I cibi che provocano più spesso allergia nel cane sono:

  • carne, in particolare maiale, coniglio, pollo, manzo, agnello
  • pesce
  • uova
  • latte e derivati
  • mais
  • soia
  • frumento

So già che ora starai pensando “e allora cosa gli do da mangiare?”. Niente panico, innanzitutto non è detto che il tuo cane abbia nel suo patrimonio genetico la predisposizione a una o più allergie. Inoltre, non è detto che svilupperà l’allergia, e comunque non hai modo di prevederlo finché non succede.

Cosa puoi fare tu

Quello che puoi fare fin da oggi è mettere in atto delle norme igieniche, che possono ridurre l’incidenza dei fattori predisponenti:

  • hai appena preso un cucciolo? Portalo subito dal veterinario per la sua prima visita e per iniziare il protocollo vaccinale. Questo lo renderà meno esposto alle infezioni e ridurrà la probabilità che gli debbano essere somministrati antibiotici nei primi mesi di vita
  • concorda con il tuo veterinario la dieta più adatta al tuo cane e limita il più possibile i fuori pasto, soprattutto quelli che cadono accidentalmente dalla tua tavola (so che non è facile, sono irresistibili quando ti fissano con quegli occhi)
  • controlla regolarmente che il tuo cane non abbia parassiti intestinali e proteggilo sempre dalle pulci, che sono tra i principali vettori delle infestazioni da elminti.

Naturalmente, la cosa che devi fare ogni giorno è osservare sempre attentamente il tuo cane, per poter notare il prima possibile cambiamenti del suo comportamento che potrebbero far pensare a un’allergia alimentare. Se ti sembra che qualcosa non vada, parlane subito con il tuo veterinario di fiducia.

I sintomi

A cosa devi fare attenzione? I sintomi principali delle allergie alimentari nel cane sono:

  • irritazione cutanea, con prurito insistente al corpo, alle orecchie, alle zampe. Il cane si gratta insistentemente e si lecca per alleviare il prurito e questo a lungo andare può provocare anche perdita di pelo in alcune zone e/o piccole ferite
  • otiti croniche: il cane si gratta le orecchie e scuote insistentemente la testa
  • sintomi gastrointestinali: diarrea cronica, flatulenza

Tutti questi sintomi, con la prevalenza di quelli gastrointestinali, sono caratteristici non solo delle allergie, ma anche delle intolleranze alimentari nel cane. La differenza è che nelle allergie è coinvolto il sistema immunitario, mentre nelle intolleranze no. Non cambia, però il tipo di approccio.

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Come si interviene: la dieta per esclusione

Se sospetti che il tuo cane possa aver sviluppato un’allergia alimentare la prima cosa da fare è evitare il fai da te e parlarne con il veterinario, il quale prima di tutto escluderà le altre cause che possono dare gli stessi sintomi.

Se, dopo aver fatto tutte le indagini, il veterinario sospetta un’allergia alimentare, con tutta probabilità ti proporrà di mettere in atto la strategia della dieta per esclusione e challenge.

Questo approccio consiste nell’eliminare dalla dieta del cane tutti i cibi con i quali è venuto a contatto e nell’alimentarlo con qualcosa che non ha mai mangiato. In genere, si abbina una proteina della carne con una fonte di carboidrati (preferibilmente senza glutine) e si scelgono fonti proteiche relativamente poco comuni, tipo la carne di cervo o il barramundi.

Questa fase, che è quella di eliminazione, deve durare non meno di 12 settimane e deve essere davvero drastica, cioè il cane non deve mangiare niente oltre al cibo scelto: niente fuori pasto, niente cibo da tavola, niente farmaci formulati in compresse appetibili.

Per lo stesso motivo, bisogna evitare di lasciare libero il cane fuori casa e bisogna fare molta attenzione a non lasciar cadere briciole e in generale pezzetti di cibo a terra. Se in casa ci sono bambini e sono sufficientemente grandi per capire, va loro spiegato che è molto importante non dare nulla da mangiare al cane.

Possono sembrare precauzioni esagerate, ma anche se in una briciola di cibo gli allergeni fossero presenti in tracce, quando si parla di allergie le tracce sono più che sufficienti.

La fase di challenge

Se nell’arco delle 12 settimane i sintomi si attenuano, ci sono buone probabilità che la causa fosse effettivamente un’allergia alimentare. A questo punto, per tentare di individuare l’allergene – o gli allergeni, perché spesso le allergie sono più di una – si può passare alla fase di challenge o provocazione: si prova a reintrodurre nella dieta del cane un alimento alla volta e si osservano via via i sintomi. Il tutto sempre, ovviamente, su indicazione del veterinario e sotto il suo controllo.

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La dieta per esclusione può essere messa in atto sia in modo casalingo, sia utilizzando prodotti industriali. Se si sceglie la dieta casalinga, è importante seguire le indicazioni del veterinario, meglio se nutrizionista, per evitare il rischio di carenze nutrizionali.

In alternativa si possono usare le formulazioni monoproteiche, cioè mangimi secchi o umidi che contengono una sola fonte di proteine della carne o del pesce. Sono alimenti completi e bilanciati utili sia nella fase di esclusione che in quella di challenge, indicati per chi non può mettere in atto l’alimentazione casalinga e in ogni caso per evitare il rischio di carenze nutrizionali.